Girovagando con
l'Amico Mario
Distanza:
70 km
Giorni:
almeno 1
Terreno:
60% asfalto
Percorribilità:
impegnativa
% Percorribile:
100%
Salita totale:
2.000 metri
Punto più alto:
1.390 metri
Difficoltà:
8/10
Girovagando con l’Amico Mario per i Monti del Matese
Decidere un giro è sempre una disputa, una battaglia di idee sui tempi, sulla distanza, sull’ora di partenza e pure sull’ora della fame. Quando il giorno prima ci siamo visti Renato ed io, come al solito, ci siamo fronteggiati su tutto ma deve essere così, le forze in opposizione devono esserci per creare, per discutere, per confrontarsi. Questa volta l’ago della bilancia pende dal lato di Renato e il dado è tratto, bisogna solo chiudere gli occhi, sorridere e sperare che tutto finisca al meglio. È così che si decide, le salite e le discese iniziano sempre con le parole mentre si beve vino!
Così si chiude la sera e ci si rivede al mattino.
Un giro per spiriti hard, per menti che sanno soffrire. Un giro che ti lascia i battiti a 160 e che non ti fa mai respirare. Due salite mozzafiato.
La prima si inerpica fino al monastero di Santa Maria occorevole, o meglio conosciuto come monastero di San pasquale, con vista su tutta la piana alifana, e che continua inesorabile e affascinante fino a superare i 1100msl.
La discesa sarà un finto riposo ma che conduce dal casertano al beneventano ed è qui che il gioco si fa duro. La seconda salita è di quelle che ti fanno pensare a dove buttare la bicicletta, che ti offuscano i pensieri ma che ti porta lontano dal mondo perché ogni pedalata la dedichi al desiderio di capire come potrai superare ogni grado che ti separa dalla vetta, uno sterrato che sembra infinito con pendenze proibitive. La fine, a bocca della selva, è il sorriso di chi immagina l’infinita discesa verso il ritorno.
Uno di quei giri che ti danno la sensazione di essere un ciclista, quelle sensazioni che solo il sudore e la stanchezza ti donano.
Disegnato da Renato Capasso che ha provato a farmici lasciare le penne ma chi ama la salita non mollerà mai!
Scritto da “Mario Macchione”